Livio Montarese è una figura che possiamo definire storica della scena punk italiana. Dai The Peawees al suo nuovo progetto Fernandhell., non ha mai perso la voglia di fare e di essere punk, in modo assolutamente veritiero e senza badare alle mode. Lo incontriamo dopo la pubblicazione del singolo “Extra Ordinary” per Moquette Records.
Ciao, prima di tutto benvenuto!
Ciao! grazie per l’invito!
Extra Ordinary è uscito da poco, come ti senti dopo questa nuova pubblicazione?
Estremamente felice, è esattamente come volevo che uscisse, a tutto tondo. Mi sto divertendo molto!
Il brano sta ottenendo ottimi riscontri, se ne sta parlando parecchio, i concerti di supporto stanno andando bene, avete anche suonato con i The Subways a Milano. Ti aspettavi tutto questo movimento positivo?
Un pochino sì a dire il vero, io sono un inguaribile ottimista, cerco di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno: il pezzo e’ suonato con cuore, passione ed energia, e quando metti l’anima in qualcosa che ti piace fare difficilmente sbagli. Ero forse un po’ curioso di vedere la reazione rispetto alla nuova line up ed il riscontro del pezzo (e di tutta la scaletta) dal vivo, ma credo che anche questo esame sia stato superato molto bene. quindi non ci possiamo proprio lamentare.
A noi ha colpito la vostra attitudine genuinamente punk. assolutamente priva di pose, esagerazioni volte solo all’estetica o alla provocazione. Quanto conta per te, per voi, essere veri?
Questo e’ un grande complimento! Per noi conta la sostanza: non apparire ma essere. Siamo consapevoli di chi siamo, cosa vogliamo suonare e comunicare con la nostra musica, se ci mettessimo a fare dei giochetti di estetica, pianificazioni di immagine volte al solo marketing risulteremmo patetici e ridicoli. Suoniamo prevalentemente ciò che ci piace e ci mostriamo per quello che siamo, ne siamo felici, se poi rientriamo nei canoni di gradimento del pubblico ben venga.
A proposito, cosa ne pensi di La Sad, Diego Naska e tutta questa nuova scuola italiana di sedicenti punkrocker dalle creste fluo abbinate al colore dei calzoni?
Io non sono contrario all’attenzione del look nella musica, anche se personalmente non lo faccio perché non mi sentirei a mio agio. Ma storicamente ogni genere e’ rappresentato, oltre che dalle canzoni, da un codice stilistico; pensa ai Kiss e alle loro maschere ed outfit… pero’ poi ci deve essere anche la sostanza. Io non conosco gli artisti che hai menzionato, quindi non posso esprimere giudizi, e sicuramente non esprimo pareri negativi per cose che io non farei. Ma magari loro si trovano benissimo con le loro creste fluo, e ci tengono ad abbinarle bene coni calzoni, chi lo sa. E forse sono anche super bravi. Se così fosse, sarei felice per loro.
Non so se hai visto l’esibizione, ma in Blink 182 hanno suonato al Coachella in una forma non proprio smagliante. Pensi che in un genere come il pop punk sia fattibile risultare credibili anche dopo decenni, quando la vita non è più solo skate e divertimento?
Non ho mai amato i Blink, li reputo la peggior band in assoluto, parere strettamente personale. quindi non mi stupisce che al Coachella non abbiano entusiasmato (non ho visto l’esibizione, ma ti credo sulla parola). Blink a parte, si credo che il genere possa adattarsi al passare del tempo e trovare nuovi stimoli per continuare ad essere fresco e divertente. penso ai Bad Religion e ai Descendents e credo che loro abbiano vissuto molto bene tutte le fasi della loro carriera: anzi, ti diro’, per certi versi sono anche meglio ora che in passato!
Tu come sei riuscito a restare fedele a te stesso dopo tanti anni?
Ho semplicemente cercato di non smettere di divertirmi. Crescendo siamo portati a pensare che si debba smettere di fare le cose che ci fanno stare bene, essere più inquadrati a canonici e meno spensierati. Molte volte ho sentito e continuo a sentire di persone che smettono di suonare, o di ascoltare musica, o di fare qualsiasi altra attività ludica perché prese dal lavoro, la famiglia, i figli, ecc ecc… e per loro questo vuol dire smettere di esistere, quasi, smettere di far ciò che li rende felici. Io credo che sia una forzatura enorme, smettere di essere se stessi. Sicuramente devi trovare dei compromessi, dare il giusto peso alle cose e trovare il tempo per tutto. Ma “si-puo’-fareeeee!!!”
Livio, è stata una bella chiacchierata. Vogliamo chiuderla in modo leggero, chiedendoti cosa troviamo nella tua playlist Spotify.
Dunque, vediamo: Jawbreaker, Husker Du, The Posies, R.E.M., Seaweed, Mudhoney, Fugazi, Dwarves, Rocket From The Crypt, Elliott Smith…..hai tempo fino a stanotte?!