“Virgole” di Alisel: la sinfonia dell’introspezione

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“Virgole” di Alisel è un brano musicale che affronta in maniera poetica e suggestiva il tema del cambiamento interiore. La cantautrice dipinge inizialmente la propria identità come un flusso continuo, assimilabile a un libro di frasi libere che si muovono senza una direzione ben definita. Questa visione iniziale riflette una prospettiva positiva sulla vita, in cui il movimento incessante sembra essere un elemento chiave.

Tuttavia, il brano prende una svolta significativa quando la protagonista vive un cambiamento interiore, probabilmente dovuto alla crescita personale o a un incontro significativo. È in questo momento che si manifesta una consapevolezza cruciale: le frasi senza punti, originariamente percepite come liberamente fluide, perdono improvvisamente il loro significato. Questo simbolismo sottolinea la necessità di pause, di punti fermi nella nostra vita, che donano senso e struttura al nostro percorso.

Ciao Alisel, grazie per essere qui con noi oggi. Iniziamo parlando del tuo brano “Virgole”. Puoi raccontarci di più sulla sua ispirazione e il significato dietro di esso?
Ciao a tutti! Grazie mille a voi!
Allora tra i miei pezzi “Virgole” é senza dubbio quello nato più “a caso” e “per gioco”. Nel senso che, di solito, quando compongo una canzone mi metto in camera per le mie e mi dico “ok, proviamo a scrivere”.
In questo caso invece, é nato tutto una sera d’estate mentre strimpellavo con un mio amico giusto per passare il tempo. Non pensavo che ne sarebbe venuto realmente fuori un brano completo.
Quello che cerco di dire con questa canzone è che ogni tanto, da qualche parte, in qualche modo, bisogna trovare il coraggio di fermarsi e accettare di essere felici.
Che all’inizio credevo fosse bello essere in movimento e cambiare infinite volte come un libro di frasi libere, che corrono, si cancellano, tornano indietro, s’intrecciano.
Solo che poi realizzi che così non finisci mai in niente e che le frasi non hanno senso senza punti.
Ed é proprio allora che le virgole non bastano più.

Puoi condividere il processo creativo del videoclip di “Virgole”, in particolare la scelta dei luoghi e la divisione tra sequenze “presenti” e “oniriche”?
Volevo cercare di rappresentare “l’assenza” e ho deciso di farlo sfruttando “un viaggio mentale”. Nel video la protagonista pensa di partire da sola, ma lo immagina solo, non lo fa davvero, per poi decidere, alla fine, che da sola non ne varrebbe la pena.
Per quanto riguarda i luoghi ho scelto due posti a me molto cari, tra cui casa dei miei nonni in montagna.

“Into the Wild” è menzionato come fonte d’ispirazione per il videoclip. In che modo questo film ha influenzato la tua visione e interpretazione di “Virgole”?
Dire che il film ha influenzato la canzone non è esatto. Quando ho deciso di menzionarlo, mi riferivo più che altro alla frase “la felicità è reale solo se condivisa”, cosa che si ricollega non tanto al brano in sé, ma al video, dove appunto la protagonista è incapace di raggiungere la felicità da sola.

Nel 2021 hai pubblicato il tuo primo romanzo, “A 9 passi da te”. Come si è sviluppata questa nuova avventura nel campo della scrittura, e in che modo si collega alla tua identità artistica?
È nato tutto un’estate dove la me adolescente stava chiusa in camera. Ricordo che in quel periodo ero molto infelice e non avevo mai voglia di uscire di casa. Così invece di andare al mare, o uscire con gli amici, passavo le giornate su “Wattpad”, un social dove gli utenti scrivono storie.
Ho iniziato, giusto per passarmi il tempo, a scrivere un capitolo di qualcosa che avevo totalmente inventato sul momento, senza nemmeno sapere dove volessi andare a parare.
Stessa cosa ho fatto per il secondo e per il terzo finché, senza rendermene conto, mi son ritrovata ad avere 150 pagine di una storia che, dai
commenti ,sembrava piacere molto. A quel punto ho realizzato che poteva venir fuori un libro per davvero. Così ho continuato a scrivere altrettante pagine e, dopo revisioni su revisioni, mi sono finalmente messa alla ricerca di una casa editrice.
Scrivere è in assoluto una delle cose che mi aiuta di più nella vita. A volte ho come l’impressione di fare talmente tanti ragionamenti che potrebbe esplodermi la testa se non li mettessi su carta. Perché poi, nere su bianche, le cose sono molto più chiare e facili.

In chiusura, hai nuovi progetti in cantiere che i tuoi fan possono aspettarsi?
Sì, la prossima canzone si chiamerà Codeine e non vedo davvero l’ora che esca. Non è ancora uscita ma tra le canzoni che ho fatto è sicuramente nella mia top 3.
Era come se fosse qualcosa che cercavo di creare da tanto, ma non veniva mai come volevo. L’idea di esserci riuscita è davvero una grande soddisfazione personale.

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