Ritorna il songwriter Paul Pedana con il disco “Moosehorn Algoreaper”

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Paul Pedana
Paul Pedana

Ciao Paul, ben ritrovato in Italia, era da parecchio tempo che mancavi. Dove sei stato?

Sono stato in un piccolo buco sperduto in Lituania, una di quelle città che non trovi nemmeno sulle mappe, davvero suggestiva. Ho registrato l’album lì, tra la neve e i fantasmi. È stato come vivere in un sogno surreale, dove il tempo ha assunto un significato davvero differente, notte e giorno si confondevano tra di loro.

L’esperienza musicale più emozionante che hai fatto in questi ultimi anni?

Il canto di un pescatore alcolizzato sdraiato su una barchetta rimasta incastrata in un lago ghiacciato nel nord della Lituania. Era desolante e straordinario allo stesso tempo.

Hai appena pubblicato un nuovo lavoro discografico, molto particolare e fuori dagli schemi, ci puoi raccontare qualcosa in proposito?

“Moosehorn Algoreaper” è come una bottiglia di vecchio whisky piena di polvere che ritrovi su uno scaffale di una casa abbandonata: grezzo, potente e ti lascia un sapore in bocca di legno di botte e petrolio. Ho voluto creare qualcosa che fosse autentico, sporco, vero. Ho usato alcuni strumenti fatti da me, ho anche utilizzato una ciotola ricoperta con della pellicola tesa e con della polpa di pomodoro al suo interno. Il sale ha fatto la differenza. Suonava come un tamburo tribale in una cattedrale. Lo troverete all’inizio di Bark To The Beavers. Ho registrato suoni che nessuno userebbe mai e raccontato storie di anime perdute e dimenticate. È un album per chi non ha paura di guardare nell’abisso.

Il processo creativo che ti ha portato alla realizzazione di Moosehorn Algoreaper, come si svolge? Da cosa prendi ispirazione per scrivere le canzoni?

È stato un po’ come mettere insieme i pezzi di una vecchia macchina arrugginita. Mi ispiro a tutto ciò che è rotto, imperfetto. Cammino, ascolto, bevo, forse un po’ troppo. La natura, le persone, le notti insonni, tutto può diventare una canzone. È come se il mondo mi parlasse in una lingua segreta e io cercassi di tradurla in note. La mia compagna è stata di vitale importanza in tutto ciò, questa è la nostra prima produzione insieme e non posso che essere fiero di tutto ciò.

Ascolta il disco “Moosehorn Algoreaper” di Paul Pedana

Paul Pedana, Moosehorn Algoreaper
Paul Pedana, copertina del disco Moosehorn Algoreaper

https://paulpedana.bandcamp.com/album/moosehorn-algoreaper

Ci potresti indicare un brano che dobbiamo assolutamente ascoltare di questo album? E perché proprio quello?

Oh non saprei veramente, forse The Ghost in the Mist. Una storia struggente della vita di un barbone di Mosedis, spesso là li definiscono semplicemente ‘’alcoholics’’ per il fatto che sono sempre in cerca di qualche bottigliaccia da quattro soldi contenente dell’alcohol da bere per stordirsi e distorcere realtà Ma ci sono anche altri fattori e non solo il bere. È proprio uno stile di vita il loro. Mi hanno sempre affascinato queste persone. Non saprei dire se siano dei disgraziati o dei vincenti mascherati.

Ci sono delle situazioni terribili che mi intrigano molto e non posso non scriverle sul mio libretto delle note. Comunque domani potrei già cambiare idea sulla canzone da ascoltare.

Il tuo percorso artistico è stato costellato da incontri con artisti famosi in tutto il mondo: puoi dirci il nome di qualche personalità che ha influenzato la tua vita creativa?

Di persona ho suonato con moltissima gente e io sono un ladro, non copio ma cerco di rubare quelle cose che mi piacciono, gli tolgo la vernice, le sporco un po’, le lascio fuori alla pioggia e gli cambio forma. Penso che questo hanno fatto i grandi della musica. E poi spiriti come Zappa, Beefheart, Waits, Pogues e Bukowski mi hanno insegnato a vedere la bellezza nel marcio.

La tua amicizia con l’attore Ken Stott è nota, ce ne parli?

Ho tre veri amici nella mia vita e Ken è uno di loro. È un essere umano straordinario, uno di quelli che vorresti avere al tuo fianco in una rissa al bar tra fan di Taylor Swift e del quelli Blues anni 20, anche se lui probabilmente ora starebbe seduto a godersi la scena ridendo e sorseggiando Gin. Ci siamo incontrati molto anni fa e abbiamo legato subito. Devo a lui moltissima cultura musicale. In realtà l’ispirazione per scrivere Moosehorn Algoreaper è nata in un periodo che ho vissuto con Virga a casa sua. Ha una collezione di musica maestosa e ogni sera ci ingurgitavamo ore di musica, specialmente blues e sperimentale. Passiamo ore a chiacchierare, bere, ridere. Ha un’anima profonda e un senso dell’umorismo che potrebbe far ridere anche una vecchia commessa russa, sai quelle con il fazzoletto e lo sguardo di ghiaccio.  Ah tra l’altro quando vado da lui inciampo sempre sul suo premio Bafta che tiene come ferma porta.

E quella con Terry Gilliam?

Terry è uno degli ultimi veri geni. Un pazzo. La sua visione del mondo è unica, sconvolgente. Anche lui mi ha insegnato molto. È uno che riesce a trovare l’assurdo nel quotidiano e a trasformarlo in arte. È un po’ che ci vediamo e spero di rivederlo presto.

Come descriveresti la tua musica con un solo termine?

Pareidolia.

Cosa pensi del mondo di oggi?

Cosa vuoi che ti dica?  Il mondo di oggi è la più complessa e perfetta macchina di schiavizzazione esistita nella civiltà umana. Dopo la seconda guerra mondiale c’è stata un ondata di grande speranza, specialmente nell’Occidente ma ora siamo circondati da un infinità di notizie false spacciate per verità, ladri e assassini definiti politici e gente da cui prendere ispirazione, rumori assordanti come martelli pneumatici cacofonici che escono dalla radio, pupazzi di silicone e botulino che parlano di cose insensate in tv, distorsioni infiniti di valori, assassini continui del termine ‘’amore’’  stupramenti di Onestà e costanti rimpiazzamenti di essa con Profitto a qualsiasi costo. Profitto, profitto solo profitto. Sesso misero e monetizzato in ogni angolo del mondo che Internet ha reso incontrollabile. Teenagers che si sentono dei messia solo perché vedono molti numerini apparire nel contatore delle visualizzazioni. Ignoranza spacciata per virtù, perdita costanti di identità , robotica che prende il sopravvento sull’essere umano. Anche nella musica la situazione è devastante.

Mi fanno ridere anche quei cosiddetti giudici di questi talent shows, sembrano ammaestratori di scimmie siberiane strafatti di cocaina. E la maggior parte di questi ‘’pseudo-artisti’’ raccomandati che fanno una ‘’hit’’ e le loro case discografiche spendono patrimoni enormi per promuoverle. Sono come un cancro all’apparato uditivo. Oggi vale solo la promozione, non importa se quello che fai sia un escremento con le note che cammina o una grande opera d’arte, basta che sia promossa bene. La gente ha perso totalmente la percezione perché è stata travolta da un uragano di spazzatura come una pioggia radioattiva che non finisce mai e crea mutazioni cerebrali. Però dai, in fin dei conti va tutto bene.

Sai che se aggiungi una S a ‘’Hit’’ diventa ‘’Shit’’?

Per chiudere questa intervista una domandina simpatica: la cosa più strana di cui tu abbia mai sentito parlare?

Una volta ho letto che ci sono degli insetti chiamati Sharpshooters che lanciano la loro pipì con una catapulta che hanno attaccata all’ano? E la cosa sorprendente è che la pipì una volta lanciata grazie alla composizione strutturale delle gocce va più veloce del 40% della stessa catapulta. Mi chiedo se questi insetti hanno una loro olimpiade del lancio della pipì. Sarebbe interessante scoprirlo.

Grazie, è stato un piacere, non dimenticare di aggiungere una S davanti quando ascolti una ‘’hit’’!

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