Un po’ di Valeriana contro gli attacchi di panico – Pietro Falco

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Valeriana” è il nuovo singolo di Pietro Falco, che anticipa il suo primo album. Il pezzo unisce un groove funky a un ritmo blues, creando un mix pop fresco e coinvolgente. La canzone racconta la crisi dei trentenni, quella sensazione di aver perso il controllo del tempo e il peso delle scelte fatte. Nel ritornello, Pietro parla dell’amore come di un rifugio, una calma che placa le ansie. “Valeriana” si chiude con un messaggio potente: la vera rivoluzione è il cambiamento interiore.

Approfondiamo il tutto insieme a lui.

Intervista a Pietro Falco su “Valeriana”

Nel tuo singolo precedente “Disagio” hai esplorato le fragilità umane nelle relazioni contemporanee. Come si evolve questo tema in “Valeriana”, e in che modo il nuovo brano affronta le ansie e le paure tipiche dei trentenni?

“Disagio” parla direttamente all’ascoltatore, mentre in “Valeriana” comincio con delle immagini di vita e sensazioni, che sono proprie del trentenne contemporaneo, per poi spostarmi sulla mia vita. Mentre in “Disagio” raccontavo la così detta “ansia sociale” o “da prestazione”, che ti porta a vivere una vita che non ti appartiene completamente, in “Valeriana” racconto dei dubbi, della paura di aver sbagliato tutto, che forse ci accompagnerà per tutta la vita, dell’angoscia, della consapevolezza che mentre da ragazzini avevamo il desiderio di fare la rivoluzione, cambiare le cose che non ci piacevano, da adulti spesso finiamo per accettarle solo per sopravvivenza. 

“Valeriana” sembra toccare il tema degli attacchi di panico e dell’ansia. Puoi approfondire come hai deciso di affrontare questi argomenti delicati attraverso la musica?

C’é stata una fase della mia vita in cui ne ho sofferto. All’improvviso mi mancava il respiro e tutto girava. Ero consapevole che non fosse a causa di qualche problema di salute, ma non riuscivo comunque ad uscirne e pensavo di avere tutte le malattie del mondo. Poi ci sono stati diversi episodi che mi hanno portato a vivere le cose in modo più sereno. Nel 2022 ho pubblicato “No panic”, una canzone che mi piace definire “La mamma di Valeriana”, in cui, seppure in modo diverso, raccontavo le stesse sensazioni.

Nel brano, descrivi l’amore come un “mare nella testa”. Puoi spiegare meglio questa metafora e come si collega al concetto di valeriana come simbolo di calma?

L’amore è la sensazione più potente che esista. Si manifesta a livello fisico in diversi modi. La parte più genuina é quella che provoca sensazioni allo stomaco e poi c’é il mare nella testa, i pensieri… Ho scelto questa immagine perché il mare può rappresentare la serenità, ma anche la tempesta. I pensieri sono come onde che vanno e vengono incessantemente, a volte piú leggere, altre volte come uno tsunami. 

Valeriana… Solo un assiduo consumatore di valeriana a causa dell’insonnia. Mi tranquillizza, come la musica, come l’amore, perché alla fine, per quanto il mare possa essere agitato, sentirmi vivo é ciò che mi fa stare più sereno. Inoltre, Valeriana sembra il nome di una ragazza… Diciamo che ci ho giocato un po’…

Parli di una “rivoluzione” alla fine di “Valeriana”, riferendoti al cambiamento interiore. Come si manifesta questa idea nel brano e perché l’hai scelta come messaggio conclusivo?

Diciamo che questo é un concetto già detto, ma volevo raccontarlo a modo mio. La rivoluzione parte da noi stessi, dall’uomo nello specchio, come diceva Michael Jackson. 

Il punto é che questa presa di coscienza si verifica dopo. Prima si pensa di dover cambiare il mondo esterno, le cose che non ci piacciono, invece la cosa intelligente, che poi a volte é un processo naturale, sarebbe cambiare noi stessi in mezzo al mondo, difronte alle cose che non ci fanno stare bene. 

Sembra poco, ma é tutto, secondo me… Ecco la rivoluzione. 

“Valeriana” anticipa un album in studio. Come si inserisce questo singolo nel contesto più ampio del disco e che tipo di sonorità possiamo aspettarci dal resto dell’album?

Questo sarebbe il quarto album, mettendo insieme tutti i progetti che ho iniziato, cambiato, cancellato. Sicuramente penso di essere in una fase più matura della mia vita in generale e chiaramente questo si riversa nella musica e nei testi.

É un disco con una sonorità ben definita, nonostante si passi da brani in cui ci sono i fiati ad altri dominati dall’elettronica. 

Musicalmente é abbastanza variegato. C’é tutta la musica che mi piace, prevalentemente la black music, quindi passo per il Funk e il Blues, per poi atterrare sul pop. 

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