Clara Moroni: intervista esclusiva alla cantautrice rock

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Oggi abbiamo il piacere di parlare con Clara Moroni, un’icona del rock italiano che ha lasciato un’impronta indelebile nella scena musicale degli anni ’90. Con la rimasterizzazione dei suoi album storici “Chi ha paura di chi” e “Spiriti”, e la loro presentazione live prevista per il 12 ottobre al Legend Club di Milano, la rocker ci offre l’opportunità di esplorare non solo il suo passato musicale, ma anche la sua evoluzione artistica e le aspettative per questo evento speciale.

Clara, come ti senti riguardo alla pubblicazione delle versioni rimasterizzate degli album “Chi ha paura di chi” e “Spiriti”, insieme all’inedito “Dentro al blu”? Cosa significano per te questi album dopo tutti questi anni?

Questo progetto di Rimasterizzazione dei due album, nasce per completare il racconto della mia storia e far capire la genesi di quello che e’ stato dopo, cioe’ i miei 22 anni al fianco di Vasco Rossi. Da mesi sto lavorando ad un nuovo album con un produttore meraviglioso come Fabrizio Simoncioni, un grande produttore Rock, e’ in fase finale, mancano i mix che inizieremo a fare dopo il concerto del 12 Ottobre al Legend Club di Milano. Insomma sto mettendo tutti i tasselli in ordine, preparo il terreno per un album che lascera’ molti letteralmente di stucco, dove oltre a scrivere testi e musica, ho anche curato gli arrangiamenti che poi sono stati perfezionati da Simoncioni, avevo le idee chiare.

I tuoi album degli anni ’90 erano caratterizzati da un suono molto distintivo e innovativo per l’epoca. Come descriveresti l’evoluzione musicale che hai vissuto dagli anni ’90 fino ad oggi?

Premetto che amo tutta la musica e ho usato, mischiandoli, molti generi. Quindi, partendo dagli esordi Punk, poi New wave, poi Dark e persino Elettronici, l’incontro con Guido Elmi, il produttore di questi due Album nonche’ produttore di Vasco Rossi, mi ha spinto verso un Rock piu’ Americano anche se cantato in italiano, mi ha portato fino a sfiorare il Metal. Direi che ho fatto il giro! Questa Reunion vuole del buon Rock, anni 90 si, ma che sembra essere stato fatto oggi (anche grazie alla rimasterizzazione che gli ha tolto certe impronte sonore tipiche del periodo). Oggi continuo a mescolare tutto quello che ho respirato durante la mia vita musicale.

Gli album “Chi ha paura di chi” e “Spiriti” sono stati registrati e mixati presso la Fonoprint a Bologna. Che ricordi hai di quel periodo e del processo di registrazione?

Si registrava nella maniera piu’ classica, batteria, basso, chitarre, tastiere e poi le voci. Ore ed ore di studio. Oggi si può fare tutto con un portatile in camera da letto. Pero’ quelle esperienze, quegli odori, quelle atmosfere, quelli di oggi se le sognano! Erano un sogno anche per noi essere alla Fonoprint! E dopo 12 ore di studio si andava per trattorie Bolognesi a mangiare e bere e si incontravano tanti altri artisti bolognesi. Era come una grande festa con invitati meravigliosi.

L’inedito “Dentro al blu” è una sorta di collegamento tra i tuoi lavori passati e le tue esperienze successive. Come è nato questo brano e cosa rappresenta per te?

“Dentro al Blu” è un brano bellissimo, con molte commistioni. La fonte di ispirazione erano i Led Zeppelin, ma li abbiamo mischiati anche con del Funky e un po’ di Metal. Era l’evoluzione che volevo io e su cui mi sono scontrata con Guido Elmi. Ma non ci sono stati rancori, anzi, poi mi chiamò per fare gli arrangiamenti vocali su “Gli Spari Sopra” e “Nessun pericolo per te”, poi da li arrivo’ la proposta di entrare nella Band di Rossi.

Parlando di Vasco Rossi, come è iniziata la tua collaborazione con lui e come ha influenzato il tuo percorso musicale?

Come ho gia’ detto, il progetto Clara & The Black Cars finì per divergenze artistiche, non personali con Guido Elmi. Anzi, trovandosi a produrre un album importante come “Gli Spari Sopra” si affido’ a me per gli arrangiamenti vocali del disco, sapeva come lavoravo. Poi mi chiamo’ anche per “Nessun pericolo per te” e poi arrivo’ la proposta a cui non poteva dire di no: Entrare nella band di Rossi. Ho conosciuto Vasco e la sua musica, lavorando insieme, sono sempre stata esterofila e seguivo poco la scena musicale italiana. Vasco mi ha insegnato la differenza tra cantare una canzone ed interpretarla. Mi ha fatto capire cosa vuol dire donarsi al pubblico e anzi, andare oltre e travolgerlo con l’energia del Rock. Oggi c’e’ troppo poco Rock, gli addetti ai lavori non lasciano spazi. E’ tutto occupato dalla Trap e dalle canzonette del Mainstream. Per fortuna Rock will never die!

Cosa possiamo aspettarci dal concerto del 12 ottobre al Legend Club di Milano?

Godermi questa Reunion e offrire del buon Rock, anni 90 si, ma che sembra essere stato fatto oggi (anche grazie alla rimasterizzazione che gli ha tolto certe impronte sonore tipiche del periodo). Mi preparo come ho sempre fatto, cioe’ non mi preparo. Il Rock avviene lì sul palco. Poi posso scaldarmi la voce, farmi del fiato, mettermi in forma, ma l’essenza del Rock è selvaggia. Puo’ succedere di tutto su un palco veramente Rock!

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