Intervista a MicDoesThings, “La musica italiana non ha nulla da invidiare all’Inghilterra o all’America”

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MicDoesThings e Jap&Paggio uniscono le forze e propongono un nuovo singolo perfetto per l’inizio della stagione autunnale, ElectroParadise (Anni 90).

MicDoesThings
MicDoesThings

MicDoesThings, nome d’arte di Michelangelo Girardi, è un’artista della classe ’77 di Torri del Benaco. Da sempre appassionato di musica e già al fianco di Jap&Paggio per la realizzazione di molti dei loro videoclip a partire dal 2009, ha ricominciato a farsi sentire musicalmente dopo aver trascorso dieci anni nel Regno Unito.

Il suo stile, tipicamente dance/house, unito all’attitudine hip hop del duo di Verona ancora in fase promozionale del loro ultimo disco Old But Gold, porta ad un risultato straordinariamente unico nel suo genere, unendo il rap al classico stile House degli anni ’90.

In questa intervista abbiamo cercato di scoprire qualcosa in più su MicDoesThings e sulla musica a cui sta lavorando.

ElectroParadise è ormai fuori da qualche settimana. Come sta andando?

Penso che il brano stia andando molto bene, il video è piaciuto molto e abbiamo avuto tanti feedback positivi. Gli ascolti crescono ogni giorno così come i passaggi su parecchie web radio. Tanti amici del settore ci hanno mandato messaggi di incoraggiamento e apprezzamento.

Ti aspettavi qualcosa di più? O qualcosa di meno?

Al giorno d’oggi l’effetto virale di una canzone non avviene in poco tempo. Forse mi sarei aspettato più interazioni, specialmente sui social, ma è stato un esperimento che ci ha divertito sia in fase di produzione che in fase di release.

Qualche critica che non ti è andata giù?

Direi di no. Nessuno ci ha criticato. Uscire con un brano che non rientra nel mainstream del periodo è sempre un azzardo. Sarebbe più facile fare quello che stanno facendo tutti, ma la soddisfazione non sarebbe la stessa.

Credi possa essere interessante fare altre versioni, con altri artisti per toccare più generi? O credi che il pezzo abbia funzionato così bene perché il rap è comunque un trend di oggi?

Ho creato qualche mese fa una versione Punk Rock di ElectroParadise che non ho mai pubblicato. Sarebbe interessante trovare una Punk Rock band, magari inglese, che abbia voglia di sviluppare quell’idea. È un brano molto versatile con un testo che si addice a tutti i generi musicali. La versione rap con Jap & Paggio ha sicuramente cavalcato la popolarità del rap in Italia. Mi piacerebbe anche trovare alcuni producers o beatmakers ai quali passare le stems per vedere cosa potrebbero tirarne fuori.

Stai già lavorando a qualcosa di nuovo? Hai in cantiere altri progetti?

È appena uscito un brano Grime/House/Rap che ho prodotto per un rapper di Londra. L’artista si chiama ShifTHC. È stato da me per una settimana e abbiamo lavorato a due brani. Il secondo è ancora in fase di produzione. Il suo singolo d’esordio “Start Up”, fuori dal 1º ottobre, sta facendo dei buoni numeri sia sui social che sulle piattaforme di streaming.
Sto lavorando a un album ispirato alla French Disco (Daft Punk, Stardust, Yelle). Saranno otto brani cantati in parte in francese e in parte in inglese. Il progetto al momento è in mano a due grosse etichette europee in attesa di essere lanciato. Al momento non posso svelare di più.

Potrebbe essere una domanda rognosa! Pensa a te e a come sei cresciuto. E pensa ai ragazzi di oggi che non vivono minimamente l’atmosfera degli ’80 e dei ’90. Secondo te, messi a confronto, sono diversi i ragazzi di oggi? Cosa manca? O cosa c’è in più? E questo cosa comporta secondo te?

Io utilizzo sempre questo paragone: se quando avevo 14 anni mi avessero messo in mano un iPhone, non avrei sicuramente investito il mio tempo a studiare musica, praticare sport o interessarmi ad altri hobby. I ragazzi di oggi, i cosiddetti nativi digitali, stanno crescendo in un mondo che va molto veloce, dove i social influenzano cosa si mettono, dove vanno in vacanza e anche la musica che ascoltano. Spiegare a un teenager di oggi quanto bello era mettere da parte 10.000 lire e aspettare il weekend per andare ad acquistare un singolo al negozio di dischi è quasi inutile. Sono molto contento di aver vissuto entrambi i momenti, ma l’atmosfera degli anni ’90, a mio parere, era migliore.

Parliamo un attimo invece di MicDoesThings. Qual è la musica che ascolti oggi? Cosa ti piace?

Ho sempre ascoltato musica rock, anche heavy metal. Adoro il reggae e la disco tradizionale. La musica italiana di oggi mi piace molto. C’è stato un grande ritorno all’utilizzo dei sintetizzatori, specialmente con sonorità anni ’80, e questo ha trasformato la musica dell’ultimo decennio. La musica italiana non ha nulla da invidiare all’Inghilterra o all’America. Vorrei ci fossero più band.

Tre dischi che suggerisci a tutti di ascoltare? Magari usciti di recente?

Se parliamo di album interi suggerirei questi, non sono recentissimi, lo so: Vocoder – Electric Light Orchestra (2021). L’Ere de Versau – Yelle (2020). Dannato Vivere – Negrita (2011). Alcuni brani che adoro, invece, sono: Rosanna dei Toto, Sirius di Alan Parsons Project, Wasted Years degli Iron Maiden e Soul Food to Go dei Manhattan Transfer.

Guarda il video di Electroparadise (Anni 90) MicDoesThings e Jap&Paggio

A parte la musica, di cosa si occupa MicDoesThings?

Come professione mi occupo di animazioni 3D e visual effects per pubblicità, serie TV e documentari. La mia clientela è al 90% inglese. Ho vissuto e lavorato nella zona di Manchester per più di dieci anni e, al mio ritorno in Italia, ho mantenuto i contatti lavorativi con alcuni studi e agenzie del Regno Unito.

Per farsi conoscere oggi serve qualità o serve il marketing?

Ricordo con affetto la prima band semi-seria che avevo messo assieme ad alcuni amici (Villaggio Globale). Al tempo si sperava di suonare in un localino di provincia e che arrivasse nel pubblico un produttore di Milano con una valigetta piena di soldi e un contratto. Oggi è cambiato tutto. Oggi serve la spinta sui social, serve investire tempo e qualche volta denaro, per creare contenuti collegati al brano (post, reels, lyric video). Io ho la fortuna di lavorare nel settore, ma immagino che per tanti artisti il marketing sia un problema grande che qualche volta viene sottovalutato. La qualità però deve essere sempre la priorità. Un bel video per un brano mediocre non farà conoscere l’artista o la canzone al grande pubblico. Il mio suggerimento è di investire quante più risorse si hanno a disposizione. Se dovrà arrivare il successo, succederà in modo naturale.

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