Tekla: “Maleducata” e il coraggio di amare senza compromessi

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Tekla torna sulla scena con il singolo Maleducata, un brano che gioca sui contrasti emotivi, intrecciando amore, rabbia, dolcezza e intensità. Il titolo stesso suggerisce una provocazione, un invito a rompere le regole nelle relazioni, abbracciando la parte più autentica e a volte turbolenta dell’amore. Attraverso un testo incisivo e una melodia avvolgente, Tekla esplora la complessità delle dinamiche relazionali, invitandoci a riflettere su quanto siamo disposti a mostrarci vulnerabili e sinceri. In questa intervista, approfondiamo insieme a Tekla il processo creativo dietro Maleducata e il significato profondo del suo messaggio.

“Maleducata” trasmette un gioco di contrasti, alternando amore e rabbia, dolcezza e intensità. Come hai gestito queste emozioni opposte nel processo creativo, sia a livello musicale che testuale? Ti sei mai preoccupata che il messaggio potesse risultare ambiguo o essere interpretato in modo diverso da come intendevi?
La gestione delle emozioni durante il processo creativo credo sia proprio la chiave per permettere le parole e alla musica di avere una potenza unica riuscire a convertire ciò che si sente in un messaggio ben forte e chiaro è proprio un lavoro di vivisezione emotiva.
Sicuramente quando si scrive una canzone, il messaggio può essere interpretato in maniera differente da chiunque l’ascolta e credo sia anche quello un punto di forza, ogni parola ha una sfumatura, un peso differente per ognuno di noi.

Il titolo “Maleducata” suggerisce un comportamento fuori dalle regole, non conformista. C’è un motivo specifico per cui hai scelto questa parola per rappresentare la canzone? Cosa significa per te essere ‘maleducata’ nel contesto di una relazione amorosa?
Una persona maleducata a livello amoroso è una persona che non accetta i compromessi.
Spesso si parla che l’amore sia fatto sia di compromessi come di comprensione, però spesso dimentichiamo anche la propria dignità, nessuna relazione pone la propria dignità in secondo piano rispetto al rapporto. La parola maleducata in questo caso invita ad abbracciare anche la parte più contraddittoria del sentimento dell’amore.
Ho scelto maleducata, perché spesso la persona che ha l’esplosione emotive più forti viene definita folle o maleducata.

La canzone esplora la maschera che spesso indossiamo nelle relazioni. Quanto è importante, secondo te, riuscire a togliere quella maschera? E credi che sia possibile essere totalmente sinceri, o pensi che ci sia sempre una parte di noi che rimane nascosta?
Mi sono confrontata diverse volte su questo argomento. Credo che di fondo tutto parti dalla paura di essere giudicati, di conseguenza si ritiene che un segreto non faccia male. Una parte di noi sia talmente intima da tenerla protetta e riservata.
Non sono totalmente d’accordo, per la mia natura la condivisione è l’atto d’amore più prezioso e unico che posso incontrare sul mio cammino. Per questo cerco sempre di partire da questo presupposto.
Non credo ad un ti amo setto realizzato per alcune parti di me, amore significa luce e ombra.

Le dinamiche relazionali che descrivi sono intricate e mutevoli. Secondo te, quanto incide l’ambiente sociale e culturale sul modo in cui viviamo e interpretiamo l’amore oggi? “Maleducata” potrebbe essere una critica sottile a queste influenze esterne?
L’ambiente socioculturale in cui viviamo influenza assolutamente tutta la rete connettiva di rapporti interpersonali. Prima ancora di me lo scrive Baumann in “amore liquido” libro che ho amato e odiato al tempo stesso. Maleducata oggi non è solo una critica è irriverenza.

La vulnerabilità è una delle tematiche che emergono in questo brano. Come artista, come ti rapporti alla vulnerabilità sia nella scrittura che nella performance dal vivo? Quanto ti influenza l’idea di mostrarti vulnerabile al pubblico?
Personalmente, io sono fan della vulnerabilità.
Credo fermamente che quando ci si prenda confidenza possa essere una carta vincente, permette un’empatia che non esisterebbe. La vulnerabilità invita alla riflessione, al mettersi in discussione.
Contrariamente nelle performance dal vivo credo sia un fortissimo handicap, io per prima non mi sono mai mostrata vulnerabile, cerco di ascoltarla prima di salire sul palco, così che non mi ostacoli e mi permetta di essere estremamente connessa a quello che sta avvenendo dentro di me e fuori con il pubblico.

Grazie, Tekla, per aver condiviso con noi il tuo percorso artistico e le riflessioni su “Maleducata”. È stato affascinante esplorare insieme i temi e le emozioni che hai voluto trasmettere attraverso questo brano. In attesa dei tuoi prossimi progetti, hai qualche anticipazione da darci o un messaggio speciale che vorresti lasciare ai tuoi ascoltatori?
Grazie a voi! Per la splendida chiacchierata
Siate maleducati, amate forte e senza riserve.

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